Lampada a luce diretta. Il movimento verticale del corpo illuminante è ottenuto mediante lo scorrimento di un tubolare di acciaio sagomato, verniciato a liquido o nichelato, su un cavetto di acciaio teso tra il plafone e pavimento (lunghezza utile mm 4000). Testa dell'apparecchio in elastomero stampato ad iniezione di colore nero all'interno della quale è alloggiato l'interruttore dell'apparecchio.
Flos
Da cinquant’anni Flos crea oggetti di luce e accende generazioni di sogni. Fondata a Merano nel 1962 da Dino Gavina e Cesare Cassina, ebbe un periodo di forte crescita a partire dagli anni Settanta: acquisì Arteluce, una storica azienda d'illuminazione italiana) ereditando i design di Gino Sarfatti, acnora oggi prodotti. Nei decenni seguenti assorbì altre aziende e ampliò sempre di più il già ricchissimo portfolio di lampade di design. I princìpi di Flos sono sempre stati l'identificarsi con i maestri del design, lo scoprire nuovi talenti, avere autorevolezza tecnica e tecnologica e inserirsi nella cultura di massa. Flos è da sempre stata un'azienda all’avanguardia: la sperimentazione ha permesso di adottare materiali rivoluzionari, come in passato il cocoon, e soluzioni tecnologiche più avanzate, rappresentate oggi dall’OLED e dai materiali sostenibili.
Achille Castiglioni, nato a Milano nel 1918, è stato un architetto e designer italiano. Influenzato dal lavoro del padre Giannino, scultore particolarmente attivo tra le due guerre, è riconosciuto globalmente per il suo approccio “plastico” al design. Laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1944, Castiglioni lavorò spesso per la Triennale di Milano e nel 1956 divenne socio fondatore dell’Associazione per il Disegno Industriale. Negli anni Sessanta fu docente presso il Politecnico di Torino e avviò il suo studio personale a Milano insieme al fratello Pier Giacomo, con il quale lavorò fino alla sua prematura scomparsa nel 1968. Durante il corso della sua vita tenne diverse cattedre, tra le quali quelle di progettazione artistica per l’industria e architettura degli interni a Torino e quella di disegno industriale al Politecnico Milano. Continuò a lavorare nel suo studio da solo fino al 2002, anno della sua morte.
Pio Manzù (1939–1969), figlio dello scultore Giacomo Manzù, si formò alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, dove affinò il suo approccio rigoroso e sperimentale al design. Nel 1967 iniziò la collaborazione con Fiat, firmando progetti visionari come il City Taxi, la Coupé Autobianchi e la celebre Fiat 127. Parallelamente al lavoro automobilistico, Manzù creò oggetti destinati a diventare icone del design: l’orologio Cronotime per Ritz Italora, la lampada Parentesi per Flos e il portaoggetti da scrivania per Kartell. La “poltrona fisiologica,” ideata nel 1967 per La Rinascente, e il tavolo a una gamba progettato per la residenza romana degli Agnelli, furono rieditati da Alias rispettivamente nel 2011 e nel 2018. Autentico pioniere dell’ergonomia, Manzù indagò con straordinaria lucidità il rapporto tra uomo e macchina. Il suo metodo, fondato sulla precisione e la padronanza tecnica, superava la pura invenzione formale per affrontare temi di funzionalità, comfort e dimensione psicologica dell’uso. Con questa visione, Pio Manzù contribuì a definire un nuovo paradigma del design moderno, in cui tecnologia ed esperienza umana si incontrano in perfetta sintonia.